NFT & ARTE CRITTOGRAFICA

Che cos’hanno in comune un meme che in questi giorni compie dieci anni, il video di una schiacciata di LeBron James e un’opera d’arte digitale?
Se non conoscete la risposta allora questo articolo fa al caso vostro.
Se invece la conoscete, beh, perché non continuare con la lettura ed approfondire il discorso assieme?
I tre esempi sopracitati sono dei Non-Fungible Tokens, o NFT, venduti a peso d’oro tramite la blockchain. Ebbene sì, il cripto-mondo è stato travolto da una nuova frenesia che – questa volta – riguarda l’arte e più in generale tutti gli oggetti digitali collezionabili.
La scorsa settimana Logan Paul ha fatto più di 5 milioni di dollari vendendo i suoi NFT
L’NBA sta vendendo clip di alcuni top-shot sotto forma di NFT a più di 250.000 dollari al pezzo ed alcune figurine in pixel-art vengono vendute singolarmente sotto forma di NFT a più di un milione di dollari l’una!
Tutto ciò senza considerare il fatto che alcuni tra i più influenti imprenditori e investitori stanno impegnando somme massicce su questo mercato.
Quindi dato tutto questo entusiasmo è il caso, anche per noi comuni mortali, di investire sugli NFT? e soprattutto, cosa diamine è un NFT?
Per farla molto breve, un Non-Fungible Token è un “gettone digitale” salvato su blockchain che dimostra inequivocabilmente come il possessore di questo gettone sia anche la persona che possiede l’opera digitale a esso collegata. Prima di entrare nei dettagli tecnici vediamo però quali sono gli avvenimenti che hanno portato gli NFT sulla bocca di tutti.
Lo scorso 19 febbraio , la celebre gif del Nyan Cat viene venduta all’asta, sul sito specializzato Foundation, al prezzo di 545mila dollari pagati in Ether (la criptovaluta della blockchain Ethereum). La notizia fa scalpore. Del tema si occupa addirittura il New York Times e la domanda che tutti si pongono è: come posso comprare – e quindi a possedere – un meme che tutti possono vedere su YouTube, gratuitamente, da dieci anni a questa parte? Domanda legittima e che diventa più pressante mano a mano che si scopre che quel meme non è stato un singolo caso isolato.
Vi ho accennato in precedenza al caso NBA sta vendendo “figurine” con clip di alcuni top-shots delle precedenti stagioni cestistiche. Pochi giorni dopo Nyan Cat viene infatti venduta la clip di una schiacciata mostruosa di LeBron James contro Sacramento a circa 208mila dollari.
Di lì in poi si passa alla follia. La storica casa d’aste Christie’s fiuta l’affare e inizia a esporre NFT di arte digitale. Un vasto pacchetto di opere di Beeple viene venduta per 70 milioni di dollari.
Per darvi un’idea vi basti sapere che solo due opere di artisti viventi (Jeff Koons e David Hockney) hanno raggiunto quotazioni superiori.
Per darvene un’altra nel 2014 una delle celebri Ninfee di Monet venne venduta a 54 milioni di dollari, 15 in meno di Beeple.
Siamo quindi nel pieno della classica isteria da bolla speculativa? Ovviamente sì: lo Youtuber Logan Paul sta vendendo a botte di 20mila dollari l’uno i video dei momenti più importanti delle sue partite a Pokémon e Mark Cuban (imprenditore e proprietario dei Dallas Mavericks) ha venduto un suo tweet per 952 dollari. Jack Dorsey, fondatore di Twitter, ha apprezzato l’iniziativa e prendendo il rimbalzo lasciato li da Cuban ha messo all’asta il primo tweet della storia del social che cinguetta, ovviamente suo.
Al momento qualcuno è disposto a spendere 2,5 milioni di dollari pur di aggiudicarsi la “proprietà” di questo tweet.
La crescita del giro d’affari degli NFT rispecchia l’esaltazione degli ultimi mesi. Secondo il portale Crypto.art, il quale aggrega i più noti siti di rivendita di NFT, nel mese di novembre 2020 le vendite di arte basata su NFT avevano raggiunto il valore di circa 1,5 milioni di dollari.
A gennaio avevano superato i 10 milioni e a marzo hanno già toccato quota 120 milioni di dollari.
La frenesia, le spese irrazionali e la crescita esponenziale del giro d’affari confermano tutti in modo inequivocabile come ci si trovi di fronte a una bolla speculativa che potrebbe scoppiare da un momento all’altro.
Il solo fatto di essere nel bel mezzo di una bolla non significa che non ci sia alcun valore negli NFT, nello stesso modo in cui la bolla delle “dot.com” non ha frenato il valore di Amazon e Google, o la bolla delle cryptovalute del 2017 che i Bitcoin fossero privi di senso, anzi basta guardare il loro valore odierno.
E allora cerchiamo di capirci qualcosa di più. Con questo articolo vogliamo spiegarvi tutto quello che dovreste sapere sugli NFT, questa nuovissima asset class.
Cosa sono? Come funzionano? Perché stanno esplodendo e come potrebbero cambiare il mondo dell'arte e del collezionismo per sempre?
Ma partiamo dalle basi cosa sono gli NFT?
NFT è, come detto in precedenza, l'acronimo di Non-Fungible Tokens - token non fungibili - ma cosa vuol dire?
L'essere fungibile è la capacità di un bene o asset di essere scambiato con beni o asset dello stesso tipo.
Come detto, NFT sta per Non-Fungible Token (“gettone non fungibile"). Questo token è unico e non può essere rimpiazzato con un suo equivalente. Una banconota da 10 euro è fungibile, perché se la scambiate con un’altra banconote da 10 euro avete lo stesso valore in mano.
Una figurina di Cristiano Ronaldo autografata da CR7 stesso è invece non fungibile, perché se la scambiate con la stessa figurina di Cristiano Ronaldo, ma non autografata, avete in mano un oggetto completamente diverso.
È forse questa la metafora che meglio spiega che cosa sia davvero un NFT: l’equivalente digitale di una figurina autografata, che quindi assume un valore diverso da tutte le altre. Un NFT non è quindi l’opera d’arte digitale da voi acquistata, ma è il gettone a essa univocamente collegato che dimostra che quell’opera è vostra.
L’NFT è il certificato di proprietà conservato sulla blockchain la quale grazie alle sue caratteristiche non rende possibile contraffarlo, duplicarlo o rubarlo.
I beni non fungibili sono sono irreplicabili ed unici nel loro genere come ad esempio case appezzamenti terrieri o lavori artistici.
Quindi tornando all'acronimo NF, non-fungible abbiamo capito cosa vuol dire, resta da spiegare la parte di token.
Un token (“gettone o pedina”) per la sicurezza chiamato anche token hardware, token per l'autenticazione, token crittografico, o semplicemente token, è un oggetto fisico, o un software, necessario per le autenticazioni forti.
Per completare gli NFT sono beni o asset non fungibili che esistono sotto forma di token e viaggiano all'interno di una blockchain. Una sorta di versione digitale di qualsiasi cosa possa essere pensata o creata digitalmente: immagini, clip video, musica, app, programmi, videogiochi etc. etc.
Queste entità sono uniche nel loro genere, collegate ad un token ed ad un indirizzo che ne verifica l'autenticità proprio perché tutto il loro storico, dalla creazione ad ogni transazione, è salvato all'interno di una blockchain che ne permette di verificare l'effettiva autenticità e il possessore di quegli asset.
Dannie Chu, amministratore delegato di MakersPlace (piattaforma di compravendita NFT) ha fatto un esempio più che esplicativo:
“Esistono centinaia di migliaia di stampe e riproduzioni della Gioconda, ma dal momento che non sono l’originale creato da Leonardo valgono decisamente molto meno. Lo stesso principio si applica agli nft: puoi copiare e incollare un’immagine o un video ma l’originale, firmato digitalmente dall’artista, è ciò che ha valore”.
Molti di voi avranno sentito parlare di blockchain collegata a Bitcoin e quindi dove transazioni custodite in blocchi si configuarano come stringhe, righe di testo, dove viene scritto “io do a te X Bitcoin” “tizio dà a caio Y Bitcoin”
Con gli NFT invece su ogni singolo blocco, e poi su ogni singola riga, viene scritto “sì io do a te” però “io do a te” seguito dall’identificatore di quell'oggetto scambiato o immediatamente creato che è unico nel suo genere.
E’ come se al posto di scambiare una moneta o una banconota ci si scambiasse un quadro o un pezzo di terra.
Quel metro quadrato è sicuramente diverso da questo metro quadrato oltre ad essere entrambi irreplicabili.
La blockchain conserva in maniera immutabile anche lo storico di tutte le transazioni che quell’opera d’arte ha affrontato, un elemento rilevante ai fini del collezionismo (comprare un’opera appartenuta a Elon Musk può ovviamente acquisire un valore maggiore in vista di un successivo passaggio di proprietà).
Sfruttando gli smart contracts della blockchain, gli NFT puntano quindi a risolvere il problema cruciale dell’arte digitale: come si può possedere – e quindi attribuire un valore economico – a qualcosa che chiunque può copiare con i semplici passaggi “tasto destro → salva con nome”?
Se le cose iniziavano finalmente a sembrarvi un po’ più chiare non temete, le ricomplichiamo subito.
Gli NFT, in molti casi, non contengono nemmeno l’opera d’arte in questione. L’oggetto rappresentato da un NFT – che sia un quadro, una gif, una canzone o un libro – potrebbe non essere nemmeno incorporato nella blockchain. Ciò di cui l’acquirente diventa proprietario sono i metadata dell’opera conservati su blockchain, che riportano il nome dell’opera, una descrizione dell’opera stessa e ciò che viene chiamato uniform resource identifier: una sorta di link su protocollo Ipfs (Interplanetary file system, sistema di comunicazione peer-to-peer che impedisce di perdere l’opera se qualche sito andasse in down o in fallimento).
Comunque le categorie di mercato di questi asset degli NFT, sono svariate: arte, gaming, meta-versi, collectibles etc. etc.
Per valore scambiato la prima categoria nel 2020 secondo Nonfungible.com sono i meta-versi mentre per quel che riguarda il numero di scambi la categoria gaming è regina indiscussa.
Anche se come abbiamo visto nell'introduzione questo mondo sta iniziando a mettere le ali proprio ora e i valori sono in crescita esponenziale, con il mercato dell'arte in completa esplosione. Dato che gli NFT possono essere realmente qualsiasi cosa, dove oltretutto l'esclusività garantita da blockchain del pezzo unico edizione limitata, criptata, con la più complessa e difficile firma, gli NFT hanno aperto le porte ad una realtà creativa che non si era mai vista prima.
Il totale della critto-arte venduta nel 2020 ammontava a 12 milioni di dollari.
Ora a tre mesi dall'inizio del 2021 abbiamo già superato i 20 milioni di dollari, con casi strabilianti come quello dell'artista Grimes (compagna del sopracitato ed onnipresente Elonk Musk) che ha venduto dieci dei suoi pezzi come NFT raccogliendo circa 6 milioni di dollari.
Grimes e Beeple, come accennato nell’introduzione, non sono due scappati di casa ma sono artisti digitali affermati e tra i primi a buttarsi in questo nuovo mondo.
Probabilmente però fino allo scorso anno nessuno dei due avrebbe mai immaginato di arrivare a queste cifre.
Le gallerie d'arte più famose per gli NFT, se così possono essere definite, dove vengono scambiate queste opere sono Niftygateway e Superrare e per poter vendere al loro interno devi essere un artista da loro approvato perché vogliono giustamente mantenere altissime la qualità ed esclusività delle opere vendute al loro interno.
Fortunatamente però esistono già siti come Rarible e Opensea dove possiamo creare scambiare e vendere i nostri NFT senza dover essere prima approvati da qualcun altro o senza il bisogno di essere già famosi.
Ovviamente il mercato delle nostre opere sarà totalmente diverso infatti esistono già milioni di NFT ma veramente pochi hanno un alto valore.
Un tema interessante che sta nascendo attorno agli NFT è effettivamente dove e come esporli. Ad oggi si possono vendere scambiare e visualizzare nelle piattaforme che vi menzionavo prima ma in contemporanea si stanno sviluppando mondi virtuali dove effettivamente si possono esporre le nostre collezioni di NFT e creare la nostra sorta di galleria.
I più famosi sono Decentraland, Sandbox e Axie. Se vogliamo rimanere sul materiale esistono oggetti visualizzatori di NFT come gli Infiniteobjects, cornici da tenere in casa dove si possono esporre i nostri NFT.
Insomma è un mondo vastissimo e ancora ampliamente inesplorato che elettrizza, eccita e va sicuramente approfondito.
Uscendo dal mondo dell'arte vera e propria non possiamo parlare di NFT senza menzionare i collectibles, i collezionabili, di cui i più famosi e costosi ad ora sono i Crypto-punks. Una collezione di 10.000 pezzi unici, personaggi con differenti attributi, occhiali, capigliature, costumi, disegnati in in pixel-art.
Sono tra i più vecchi, più famosi e più scambiati collectibles. Originariamente furono distribuiti gratuitamente ma ora vengono rivenduti per cifre assurde (anche 700mila dollari!) e stanno diventando sempre più introvabili perché le persone dopo l'acquisto li custodiscono gelosamente nelle loro collezioni.
Vi chiederete cosa ci possiamo fare con uno di questi 10.000 personaggi?
Non ci possiamo fare nulla in realtà: è come una figurina rara che ha valore per il solo fatto che c'è qualcun altro oltre a me che la vuole comprare, collezionare ed esporre.
In moltissimi starete probabilmente pensando che si, questo mercato è folle. Ok, d’accordo. Sappiate però che aziende come Ubisoft ci stanno investendo tanto, creando giochi e collectibles.
L'esempio di Ubisoft è Sorare, che è il secondo mercato di collectibles dopo i crypto-punk. In questo caso questi parliamo di carte rappresentati famosi calciatori che si possono usare per un gioco simil-fantacalcio.
Le realtà ed i mercati degli NFT sono veramente tanti. Ne abbiamo menzionati solo alcuni, magari quelli più immediati e superficiali.
Concludendo ecco le ultime considerazioni che rendono ancora più chiaro il peso specifico di questo mercato, senza tralasciare gli aspetti negativi perché come ben sapete c’è sempre "un’altra faccia della cryptovaluta": gli NFT per loro natura rendono possibile che il concetto stesso di rarità esista nel mondo digitale. Ma grazie a questo nuovo strumento possono diventare collezionabili anche oggetti che fino a poco fa non avrebbero mai potuto esserlo. Per esempio, non vorreste possedere una canzone? Non un vinile raro, proprio la canzone, il bene immateriale.
Come spiega TechCrunch, Mike Shinoda dei Linkin Park ha venduto l’NFT del nuovo singolo "Happy Endings". Ovviamente possedere quella canzone non dà nessun diritto in termini di copyright o sfruttamento commerciale. Di base, è come possedere un mp3 autografato digitalmente.
C’è un altro elemento importante, soprattutto per chi vende le proprie opere d’arte: grazie agli smart contracts, alcuni NFT danno la possibilità di ricevere automaticamente una quota fissa ogni volta che l’opera viene rivenduta. Se siete un digital-artist e oggi accettate di vendere un vostro jpeg a mille euro perché avete bisogno di pagare l’affitto, potreste trovarvi nella fastidiosa condizione di assistere, in futuro, alla vendita della vostra opera a un milione di euro senza però ricevere una lira in più da questa nuova transazione.
Grazie agli smart contracts potete invece incidere nel codice che vi spetta di diritto il 5% di ogni successiva transazione, rendendo così la vendita delle vostre opere qualcosa da cui potete continuare a guadagnare nel tempo. Non male vero?.
Come sempre però, non è tutt’oro quello che luccica. Da una parte si corre il rischio che qualcuno si appropri online di un’opera non sua e provi a venderla, confidando che il proprietario non se ne accorga.
La blockchain garantisce l’autenticità delle transazioni e conserva i dati, ma non può verificare le genuinità dei dati che vengono immessi in primo luogo.
C’è poi il rischio che qualcuno venda l’NFT di un’opera unica per poi decidere di creare un altro NFT della stessa opera, come ad esempio chi vende vinili in edizione limitata e poi ne stampa nuove copie.
Infine non è assolutamente da sottovalutare il grave problema dell’impatto ambientale: gli NFT usano infatti lo stesso meccanismo del mining, l'estrazione di Bitcoin e cryptovalute in generale, molto dispendiosa dal punto di vista energetico (la blockchain di Ethereum sta compiendo la transizione a un sistema molto più sostenibile, ma ci vorrà ancora parecchio tempo).
Tra bolle speculative, limiti nell’attribuzione della paternità dell’opera, rischi di truffe, scarsa intuitività del fenomeno e impatto ambientale, i contro degli NFT sono parecchi e vanno considerati attentamente prima di decidere di procedere per qualsiasi investimento.
Essere però riusciti nell’impresa di portare il concetto di oggetti unici e rarità in un mondo, come quello digitale, caratterizzato dall’infinita riproducibilità rappresenta una vera e propria rivoluzione.