IL CROWDFUNDING: DI COSA SI TRATTA?

Se parliamo di crowdfunding ci riferiamo ad uno strumento che, grazie all’enorme sviluppo delle piattaforme e delle tecnologie che lavorano in questo campo, ha assunto un ruolo di primaria importanza per tutti coloro che avevano l’intenzione, e diciamo pure anche il sogno, di vedere le proprie idee, i propri progetti trasformarsi in realtà.
Prima di parlarvi di questo strumento vorrei però che provaste ad immaginare la seguente situazione: pensate ad una persona, giovane o vecchia che sia, la quale si rende conto un giorno di aver avuto un’ idea brillante, al limite del geniale. Un’idea che se ben sviluppata, potrebbe sicuramente cambiare la vita non solo di questa persona ma addirittura di migliaia di altre. Ora provate ad immaginare che , la stessa persona, abbia le conoscenze tali da permettergli di pianificare una metodologia di business promettente e mettere quindi in pratica questa idea. Purtroppo però la persona di cui stiamo parlando non ha sicuramente le risorse economiche richieste per attuare il progetto e non ha idea (lui che paradossalmente un’idea ce l’ha e pure buona) di come trovarle se non rivolgendosi a possibili investitori. Il nostro aspirante businessman non sa neanche da dove incominciare nella ricerca, non ha contatti, ne ha idea di come approcciarsi a loro se al contrario sapesse come contattarli. Quindi per ricapitolare questa prima parte introduttiva al nostro argomento odierno: l’idea c’è, il progetto per renderla realtà pure, la voglia certamente non manca, i fondi invece, beh, quelli scarseggiano.
E allora la soluzione più veloce, accessibile a tutti grazie alle numerose piattaforme internet che integrano servizi simili, è la campagna di crowdfunding.
Volendo definire il crowdfunding sinteticamente potremmo parlare di: un processo collaborativo di un gruppo di persone che utilizza il proprio denaro in comune per sostenere gli sforzi di persone e organizzazioni, oppure, una pratica di micro-finanziamento dal basso che mobilita persone e risorse.
Scavando più a fondo invece, partendo dal termine stesso crowdfunding, in inglese crowd, «folla» e funding «finanziamento» (in italiano è finanziamento collettivo) scopriamo che trae la propria origine da crowdsourcing o sviluppo collettivo di un prodotto, e non dobbiamo limitarci a pensare che si tratti di un espediente imprenditoriale, bensì può essere legato a iniziative di qualsiasi genere, dall'aiuto in occasione di tragedie umanitarie al sostegno all'arte ed ai beni culturali. Ne è un esempio la campagna Tous mécènes del Louvre di Parigi, progetto che prevedeva la raccolta di € 1 milione per acquistare da un collezionista privato il capolavoro rinascimentale “Le tre grazie” di Lucas Cranach.
Il crowdfunding può essere utile anche alla ricerca scientifica: ne è un esempio l’iniziativa per la ricostruzione della Città della Scienza di Napoli, distrutta da un incendio doloso nel marzo 2013.
E’ spesso usato per promuovere, in maniera più ampia, quasi rivoluzionaria, l'innovazione e il cambiamento sociale, abbattendo le barriere del tradizionale investimento finanziario. C’è perfino chi negli ultimi anni l’ha invocato come una sorta di panacea per tutti i mali o per lo meno una speranza per le economie in crisi.
Oggigiorno è il web la piattaforma che permette l'incontro e la collaborazione tra i soggetti coinvolti in un progetto di crowdfunding. L'ascesa del crowdfunding nell’ultimo decennio è legata a doppio filo all'affermazione di applicazioni web e di servizi mobile che consentono al soggetto promotore della campagna di poter dialogare con la “folla” scambiando idee, raccogliendo ovviamente soldi ma anche preziosi input per lo sviluppo del prodotto o servizio offerto.
Forme arcaiche di finanziamento sono sempre esiste e si sono evolute di pari passo con l’uomo, ma le origini del crowdfunding moderno vanno ricercate in alcune pratiche risalenti al XVIII° e XIX° secolo. Tra la fine del Settecento e la prima metà dell'Ottocento Jonathan Swift, scrittore di fama internazionale ed autore del celeberrimo I viaggi di Gulliver, accese la fiammella che diede propulsione agli Irish Loan Fund, istituti collettivi di microcredito con lo scopo ben preciso di combattere la povertà del popolino irlandese.
Verso la fine invece del XIX° secolo la rivista The World, di proprietà dell’immortale Joseph Pulitzer fondatore dell’omonimo premio giornalistico, lanciò una raccolta di fondi “dal basso” per finanziare il piedistallo e l'installazione della Statua della Libertà (non la statua stessa, regalo della Francia come ben noto) dal momento che il Comitato preposto raccolse allora solo 150.000 dei 300.000 dollari necessari.
La millenaria storia delle comunità ebraiche presenta già dai tempi della diaspora una forma di finanziamento collettivo. Gli esponenti più ricchi della comunità donavano alla comunità stessa somme di denaro per il mantenimento degli studiosi e per il sostentamento delle famiglie meno abbienti. Nel 1600 iniziarono quindi, attraverso la raccolta capillare di fondi a cui partecipavano tutte le comunità coinvolte, una robusta campagna di finanziamento ai principali monarchi del continente europeo. La stessa famiglia Rothschild fa risalire le proprie fortune all’adozione in primo luogo di questo sistema di raccolta di denaro.
In tempi più recenti, e comunque sempre a livello europeo, sono state raccolte ingenti somme grazie a questo peculiare finanziamento, ad esempio si parla di circa un miliardo di euro su tutto il continente per il solo 2013.
Gli esperti del settore stimano aumenti esponenziali nel giro di affari anche per migliaia di miliardi di Euro entro il triennio 2020-2023, trovando il crowdfunding tutti gli elementi per poter sprigionare al meglio le sue potenzialità nel web 2.0.
Sempre negli anni 2000/2010 il crowdfunding lanciato da Barack Obama per finanziare parte della sua campagna elettorale per la presidenza degli Stati uniti d’America ha raggiunto livelli di notorietà globale e, al contempo, pubblicizzato questo tipo di iniziative.
Vediamo ora brevemente le principali categorie in cui possiamo inscatolare il crowdfunding, i diversi tipi di cassetti del nostro archivio virtuale che possiamo aprire per “attingere” la liquidità di cui necessitiamo.
Il tipo di finanziamento collettivo più diffuso, anche per numero di piattaforme che lo propongono, è il cosiddetto finanziamento per ricompensa (Reward Crowdfunding, anche chiamato reward-based). Esso prevede per l'investitore una ricompensa commisurata con il contributo. Solitamente la piattaforma dà due o più scelte di contributo ordinate per entità, ognuna associata alla propria ricompensa. A seconda del raggiungimento o no dell'obiettivo prefissato, le piattaforme di questo tipo seguono, tendenzialmente quasi tutte, uno dei seguenti schemi:
• All-or-nothing ( tutto o niente)nel quale, al raggiungimento dell'obiettivo di raccolta prefissato, i fondi donati vengono trasferiti al progettista e la relativa percentuale (success fee) viene invece corrisposta alla piattaforma;
• Keep-it-all (tieni tutto), che prevede l’effettivo incasso di quanto raccolto dal progettista anche qualora l’obiettivo economico prefissatosi non fosse stato raggiunto. In questo caso la percentuale corrisposta alla piattaforma è maggiore rispetto quello precedente.
Un’altra metodologia di finanziamento collettivo è quello tramite donazione (Donation Crowdfunding) nel quale i sostenitori del progetto contribuiscono al medesimo finanziandolo, senza tuttavia aspettarsi un beneficio tangibile. Essendo i donatori spinti dalla dedizione e dall’attaccamento alla «causa», nonché dall’emotività che la campagna è riuscita a suscitare, il modello donation-based ha caratteristiche particolari di sinergia con organizzazioni non a scopo di lucro o con quelle impegnate nel sociale.
Proseguendo la traversata della nostra zattera di conoscenze all’interno dell’oceano di informazioni che abbiamo sul crowdfunding, è interessante calare l’ancora in prossimità del finanziamento collettivo civico, uno dei tipi di raccolta fondi dal basso che sta riscuotendo maggior successo. Un numero sempre maggiore di istituzioni come comuni, enti provinciali, municipalità, regioni etc. etc. se ne stanno servendo per finanziare opere pubbliche e attività di restauro del tessuto urbano. Esso si pone tra gli obbiettivi anche quello del superamento della separazione concettuale tra la sfera privata, pubblica e d'impresa, in vista di un benessere comune.
Grazie al finanziamento civico alcune metropoli hanno realizzato importanti progetti. Abbiamo già citato l’esempio della Città della Scienza di Napoli.
Altrettanto interessante, e rientra nella tipologia che stiamo spiegando ora, è l’esempio del Luchtsingel di Rotterdam, ponte pedonale la cui costruzione del 2011 è stata appunto finanziata dai cittadini i cui nomi sono stati riportati sul ponte stesso. Per citare un ultimo interessante esempio nostrano, il Comune di Bologna ha recentemente promulgato un’iniziativa sui generis per il restauro del Portico di San Luca, monumento simbolo del capoluogo emiliano.
Se provate a fare una breve ricerca online noterete come uno dei termini più ricorrenti è quello di equity crowdfunding (o finanziamento sotto forma di capitale di rischio). Esso consiste in una modalità di finanziamento che consente a società non quotate in borsa di raccogliere risorse finanziarie dal pubblico a fronte di quote azionarie. Consob lo definisce come segue: «Si parla di equity-based crowdfunding quando tramite l'investimento on-line si acquista un vero e proprio titolo di partecipazione in una società: in tal caso, la “ricompensa” per il finanziamento è rappresentata dal complesso di diritti patrimoniali e amministrativi che derivano dalla partecipazione nell'impresa».
Tipicamente la presentazione delle richieste di finanziamento, per questa categoria, è effettuata attraverso piattaforme web che promuovono le iniziative presso i propri utenti e, contemporaneamente, consentono loro di investire importi anche di minima entità.
L'attività di queste piattaforme è regolamentata a livello europeo nell'ambito del MiFID (Markets in Financial Instruments Directive). In alcuni paesi , come il Regno Unito, è invece l'organo di vigilanza finanziaria a regolamentare la materia caso per caso.
In Italia Consob ha steso un apposito regolamento nel giugno 2013. Le piattaforme possono pubblicare le offerte di sottoscrizione dell'investimento solo se gli offerenti rientrano nelle seguenti categorie: start-up innovative, PMI innovative, OICR e società che investono prevalentemente in startup o PMI innovative.
Ultimo del nostro elenco, ma certamente non per importanza, è il finanziamento collettivo per prestito. Questo modello, definito anche lending crowdfunding, permette alle persone fisiche e giuridiche di decidere se prestarsi fondi reciprocamente, a un tasso di interesse più o meno alto, al fine di realizzare appunto un progetto. E’ definito anche peer to peer lending (P2P). Esiste anche una forma di finanziamento collettivo per prestito, l’invoice trading, in cui il prestito è garantito dalle fatture emesse dal richiedente i fondi.
Più maturo rispetto ad altri, questo settore del finanziamento collettivo è in forte crescita.
Per concludere è doveroso introdurre brevemente i modelli ibridi di finanziamento, ovvero quei modelli che uniscono caratteristiche differenti tra quelle sopra citate. La commistione tra più modelli, può unire i vantaggi di tutti quelli a cui si decide di ispirarsi. Esistono ad esempio modelli ibridi di ricompensa e donazione che costituiscono il cosiddetto modello chiamato, per l’appunto, per ricompensa/donazione.
I modelli ibridi di finanziamento collettivo lasciano maggiore libertà ai sostenitori e la possibilità di intercettare un numero maggiore di donatori. Possono infatti verificarsi casi in cui un sostenitore, molto coinvolto emotivamente da un progetto, non sia interessato ad una ricompensa concreta ma alla sola finalità del progetto. In una situazione del genere il progettista decide solitamente di sostenere il progetto tramite una donazione tout court senza la richiesta di una ricompensa.