Dogecoin

Il Dogecoin è una criptovaluta creata nel 2013, nell’Oregon. Correvano i tempi della “prima repubblica” dei social, e la comunità del web faceva circolare da tempo un meme raffigurante uno Shiba Inu, razza canina giapponese. A Billy Markus e Jackson Palmer venne l’ispirazione per fondere l’embrionale interesse verso le valute virtuali, che iniziava a montare, con la proverbiale irriverenza del web, dando vita ad una sorta di crypto-meme, il Dogecoin. Uno scherzo che tuttavia si è trasformato, di anno in anno, in qualcosa di vero, serio, tangibile, e che vale ormai quasi 50 miliardi di dollari. Incredibile, viste le premesse.
Da un punto di vista prettamente tecnico il Dogecoin è una criptovaluta pura, ovvero utilizzata solo per effettuare pagamenti. È simile a Bitcoin in tal senso e differisce profondamente per logiche e natura, da valute come Ethereum e Ripple, le quali mettono le transazioni in secondo piano.
Il Dogecoin permette dunque di comprare beni o servizi con un metodo di pagamento decentralizzato, sicuro e con bassi costi di commissione. Non è tutt’oro quel che luccica però. Al tempo del rinnovato interesse per le questioni dell’ecosostenibilità, vengono mosse critiche al modo in cui vengono minati i token. Dogecoin utilizza infatti, come Bitcoin, la proof-of-work, che sostanzialmente mette in competizione tra loro i miners utilizzando però una maggiore potenza di calcolo con enormi consumi di energia elettrica e relative ricadute sull’ambiente.
DOGECOIN E’ UNA TRUFFA?
Molte, troppe volte avrai sentito associare Dogecoin all’idea di scherzo e di ironia, cosa che potrebbe indurre a pensare che si tratti di una bufala o addirittura di una truffa. Il fatto che questo brand abbia deciso di rivolgersi al mercato con simpatia è però atto ad enfatizzare la natura semplice del token ed il fatto che sia alla portata di chiunque. Al di là di Doge, la simpatica mascotte, parliamo di una realtà molto seria. Con 400 milioni di dollari di capitalizzazione di mercato infatti questa crypto occupa stabilmente un posto tra le 25 monete decentralizzate più capitalizzate in assoluto.
Consideriamo anche il fatto che la community di Dogecoin è piuttosto grande. Per chi ancora non lo sapesse, i siti web dove si aggregano maggiormente gli sviluppatori e gli esperti di criptovalute sono Reddit, GitHub e BitcoinTalk Forum. Su tutti questi canali Dogecoin gode di grande fama e reputazione. Basta poi utilizzare qualche exchange per convertire euro in Dogecoin e viceversa per verificare che tutto funzioni regolarmente.
Per incominciare è sufficiente scaricare il wallet di Dogecoin, ovvero il portafoglio virtuale su cui potremo conservare tutte le nostre monete. Sul sito ufficiale del progetto si trovano i link per il download: questi sono disponibili sia per Android che per iOS e per desktop, quindi i pagamenti in Dogecoin possono essere effettuati da qualsiasi dispositivo ed in qualsiasi momento. Una volta installato il wallet, tramite gli exchange è possibile comprare i token e ricaricarlo per incominciare da subito a fare e ricevere pagamenti.
PERCHE’ DOGECOIN?
Esistono ormai innumerevoli cryptovalute. In un mercato così ampio non è sempre facile identificare i progetti che possono avere successo e che, rispetto ai più capitalizzati, hanno dei vantaggi strutturali che possono aiutarli ad emergere. Dogecoin è costruita su un’infrastruttura tecnologica che di base somiglia molto a quella di Bitcoin, ma con delle importanti differenze che segnano un enorme passo in avanti a livello tecnologico.
Prima di tutto, grazie al protocollo di verifica delle transazioni basta un solo minuto affinché una transazione venga verificata ed aggiunta alla blockchain. Non è di certo il tempo più breve possibile, ma sicuramente è molto meglio di quello consentito da Bitcoin e Litecoin. Inoltre non esiste un numero massimo di Dogecoin minabili (sempre al contrario di BTC e di LTC) quindi l’offerta è illimitata.
La cosa più importante da segnalare è che Dogecoin è una delle criptovalute più scambiate in assoluto. Non parliamo di movimenti speculativi, che secondo la maggior parte delle stime degli analisti rappresentano più del 90% delle transazioni, ma ci riferiamo a tutte quelle persone che lo utilizzano realmente per inviare e ricevere denaro in cambio di beni o servizi. La popolarità di una cryptovaluta all’interno dell’economia reale sarà ciò che farà veramente la differenza sul lungo termine. Ad oggi è raro trovare aziende e negozi che ci permettano di pagare con monete virtuali, ma tra quelle che lo consentono in molte accettano i Dogecoin.
MARKETING, FILANTROPIA E COMMUNITY
Quali sono i “segreti” di questa cryptovaluta? Su quali aspetti si è basata quest’idea, nata come semplice scherzo ricordiamo, per trasfromarsi in una realtà che muove colossali quantità di denaro?
Senza dubbio Dogecoin ha saputo rivelarsi una trovata di marketing davvero molto valida, soprattutto al momento della sua fondazione, quando la criptomoneta faceva sorridere i più sia per il logo che per il nome. La trovata di valorizzare il cane Doge si è rivelata più che azzeccata, dunque, ma oltre a questo bisogna riconoscere che Dogecoin si è impegnata in attività di marketing efficaci anche dopo il buon avvio.
Marketing spesso e volentieri correlato alla filantropia. Si può affermare senza alcuna esitazione che la comunità di questa criptovaluta abbia davvero una grande sensibilità nei confronti delle cause più meritevoli. Sono 4 le principali campagne di raccolta fondi attuate dalla comunità Dogecoin, alcune delle quali veramente ammirevoli sul piano umanitario, altre altrettanto lodevoli, ma anche più suggestive. Ad esempio, la campagna Doge4Water è stata attuata con l’intento di consentire la costruzione di un bacino di raccolta dell’acqua in corrispondenza del fiume Tana, in Kenya, una nazione in cui la povertà tocca livelli altissimi ed in cui la realizzazione di un’infrastruttura del genere è più che preziosa. Altra importante iniziativa benefica che ha visto l’attivissima community Dogecoin è quella finalizzata alla raccolta di fondi da destinare all’associazione californiana Family House, la quale offre supporto a tutte le famiglie di bambini affetti da cancro o da altre patologie altrettanto serie.
Dogecoin ha promosso se stessa e le sue iniziative anche attraverso il mondo dello sport: in occasioni delle olimpiadi invernali di Sochi del 2014, la crypto ha finanziato la squadra di bob giamaicana affinché potesse prendere parte alla competizione ( Cool Runnings docet), mentre un’altra raccolta fondi sempre lo stesso anno è stata dedicata a Josh Wise, pilota di Nascar, per promuoverne le prestazioni sponsorizzando la vettura.
Dogecoin rappresenta già un “colosso” nel mondo delle cryptovalute, basti pensare che nel 2018 ha superato il miliardo di dollari di capitalizzazione, e in questo cospicuo successo ha saputo rivelarsi senz’altro decisiva la sua comunità. Come detto in precedenza la community di questa cryptovaluta è una delle più attive in assoluto, e gli spazi più preziosi per i membri della “Doge” sono senza dubbio Twitter e Reddit.
I LIMITI DI DOGECOIN
Anche se per molti aspetti Dogecoin ha un altissimo potenziale, esistono dei limiti evidenti di questo progetto che andrebbero superati. Il primo fra tutti è il modo in cui vengono minati i token, come già accennato in precedenza: in questo caso troviamo un’analogia con Bitcoin, in quanto entrambe le cryptovalute utilizzano il modello di verifica proof-of-work. Con essa, i minatori devono prestare la loro potenza di calcolo alla rete mettendosi in competizione tra loro. L’obbiettivo è quello di crittografare per primi, nel modo corretto, i nuovi blocchi da aggiungere alla blockchain. Per aggiungere ogni blocco è necessaria molta potenza di calcolo, che si traduce in notevoli costi per energia elettrica e attrezzature dedicate al mining; l’energia elettrica, a sua volta, ha un forte impatto ambientale. Non è casuale che spesse volte la community di Dogecoin abbia proposto, tramite Reddit e/o altri canali, di passare ad un modello di verifica proof-of-stake simil-Ethereum.
Ad oggi le cose non sono cambiate, e l’ultimo sostanziale aggiornamento tecnologico di Dogecoin risale ormai al 2015. Le criptovalute con tecnologia Proof-of-Work risultano anacronistiche e superate. Una grande sfida da affrontare per Doge e i suoi seguaci.
MA HA ANCHE DEI DIFETTI (?)
L’ormai celebre criptovaluta “del cane” presenta anche dei punti di debolezza che non possono essere trascurati, soprattutto da parte di chi valuta la possibilità di investirci. Le criticità correlate sono state messe in evidenza proprio dal uno dei fondatori, il già citato Jackson Palmer.
Palmer afferma infatti che per questa cryptovaluta nata per gioco, ma rivelatasi poi un grande successo, non sono previste innovazioni di carattere tecnico, di conseguenza per Dogecoin non sarà affatto semplice stare al passo con la concorrenza. Sebbene l’andamento di Dogecoin relativo agli ultimi anni sia piuttosto incoraggiante, contraddistinto anche da picchi considerevoli, è legittimo nutrire dubbi per ciò che riguarda il futuro. Il quadro che Palmer sembra delineare è quello di una cryptovaluta che potrebbe diventare obsoleta e che, per questo motivo, potrebbe veder crollare il suo utilizzo fino ad uscire completamente dal mercato.
È ovviamente molto difficile sbilanciarsi su quando (o se effettivamente) ciò potrebbe avvenire, tuttavia è importante valutare quanto detto anche in considerazione del fatto che Dogecoin, oggi, può costituire un asset importante nel mondo del trading.
ELON MUSK E DOGECOIN: ENDORSMENT O PRESA IN GIRO?
Per ciò che riguarda i movimenti di mercato del Dogecoin, soprattutto negli ultimi mesi, non vi sono molti dubbi sul fatto che buona parte dei rialzi della crypto trovino la causa scatenante nell’incontinenza social di Elon Musk, numero uno di Tesla e SpaceX, che da mesi cerca di spingere i suoi follower a puntare sull’asset a colpi di tweet. Dietro a quasi tutti gli allunghi della valuta, da un anno a questa parte, c’è un cinguettio del tycoon di Pretoria, e ancora oggi non è chiaro se i continui endorsement del geniale, ma controverso, “technoking” rispondano ad un interesse concreto verso Dogecoin o siano soltanto un modo (velato…ma neanche troppo) di prendersi gioco del mercato.
Tutto ciò si riflette anche sull’andamento delle altre crypto, infatti, il prezzo del bitcoin è aumentato di quasi il 10% verso la fine di luglio 2021, a causa di una diretta streaming tra Musk e Jack Dorsey di Twitter, nell’ambito dell’evento “₿ Word del Crypto Council for Innovation”. Musk ha quindi parlato di nuovo (molto bene )di Dogecoin, che non a caso è tornato a salire. Per lui infatti il memecoin non è un bene speculativo ma piuttosto “vero e proprio denaro”
Grazie ad uno dei suoi tweet più recenti (un meme con la scritta: “Sto cercando di dirti che il dogecoin è denaro”) Musk ha lanciato, seppur per pochissimo tempo, il prezzo del dogecoin a oltre 20 centesimi per token sul popolare exchange di criptovalute statunitense Coinbase., il quale tra l’altro ha aggiunto dogecoin solo poche settimane prima del tweet in questione.
Lo scorso maggio, cavalcando un trend alimentato dal CEO Tesla e numerosi altri influencer, dopo essere salito a oltre 70 centesimi il prezzo del dogecoin è crollato di quasi il 75%. Lo’anno scorso invece il dogecoin è cresciuto di un incredibile 6.000% in questo periodo a causa degli speculatori che si sono accumulati nella criptovaluta.
Sempre nell’ambito dell’evento citato in precedenza, lo stesso Musk ha elaborato idee che erano state precedentemente lanciate per aggiornare dogecoin tramite ethereum a “tassi di transazione massimi e costi di transazione inferiori”. “Potrebbe esserci qualche merito nel combinare qualcosa come ethereum e dogecoin”, ha detto Musk, rivelando di possedere alcuni token Ethereum oltre al suo Bitcoin e Dogecoin.
Inutile dire che si è registrato un leggero aumento anche nella quotazione di Ethereum
“Bitcoin da solo semplicemente non può scalare per diventare il sistema monetario per il mondo al livello di base”, ha proseguito Musk, sostenendo che il Bitcoin “lotterà per diventare denaro peer-to-peer” senza l’adozione di una rete di secondo livello.
“C’è del merito nel considerare qualcosa che ha un tasso di transazione massimo più elevato e un costo di transazione inferiore e vedere fino a che punto è possibile portare una rete a livello singolo con gli scambi che agiscono come un secondo livello di fatto” sempre secondo il fondatore di SpaceX, che poi ha concluso affermando: “Penso che potresti andare oltre quanto le persone si rendono conto e con l’aumento della larghezza di banda nel tempo, la latenza diminuisce.”
È innegabile che Elon Musk stia legando indissolubilmente il suo nome a quello della valuta e che, in occasione di diverse interviste, abbia parlato del Dogecoin come della sua crypto preferita. Ridendo e scherzando però la quotazione continua a gonfiarsi, e in tanti ne hanno beneficiato, oltre a Musk stesso.