Big Pharma e il mercato dei vaccini

Partiamo da ciò che sappiamo con certezza, che non possiamo negare e che forse ha dato la spinta maggiore per la nascita di queste teorie.
Top manager e grandi azionisti delle maggiori aziende produttrici di vaccini COVID-19 hanno visto aumentare i loro guadagni (personali) a dismisura a cavallo tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021. Il sopracitato Bill Gates, assieme alla quasi ex-moglie Melinda, risulta tra i maggiori azionisti di CureVac che è la biotech tedesca che ha sviluppato la nuova tecnologia a rna messaggero per i vaccini di ultima generazione. Inutile fare una stima di quanto possa aver guadagnato da questa operazione.
[Piccola nota di colore (arancione) in tempi non sospetti l’ex presidente USA Donald Trump cercò senza successo di accaparrarsi il brevetto di questa nuova tecnologia in esclusiva per i cittadini Americani, nessuna teoria del complotto per ora al riguardo…]
Ugur Sahin, fondatore di BioNTech ha raggiunto un patrimonio di 5,9 miliardi di dollari. L’amministratore delegato di Moderna Stephane Bancel vale 5,2 miliardi e, dall’inizio pandemia, pare abbia incassato una cifra vicina ai 142 milioni di dollari dalla sola vendita di una parte delle proprie azioni.
INVESTIMENTI E GUADAGNI POTENZIALI
Moderna, Pfizer/BioNtech, Johnson & Johnson, Novovax e Oxford/AstraZeneca hanno ricevuto, solo dal governo Americano, circa 12 miliardi di fondi pubblici e garanzie di preacquisto. L’indotto totale degli investimenti pubblici stanziati su scala globale per lo sviluppo dei vaccini ammonta a 88 miliardi di dollari.
I vaccini Moderna e Pfizer/BioNTech potrebbero diventare 2 dei 3 prodotti farmaceutici più venduti al mondo, con una previsione di ricavi di 33,5 miliardi di dollari per il 2021. Parliamo inoltre dei più cari, con un prezzo che va dai 13,50 ai 74 dollari a ciclo, prezzo che entrambe le aziende hanno intenzione di aumentare.
In risposta a una richiesta degli azionisti, Pfizer ha sostenuto che il prezzo per un vaccino è normalmente tra i 150 e i 170 dollari, eppure uno studio dell’Imperial College di Londra mostra che il costo di produzione dei vaccini a mRNA è tra i 60 centesimi e i 2 dollari a dose. Certamente questa poca trasparenza può aver aiutato a gettare delle ombre su queste grandi compagnie ma da qui ad accusarle di aver incentivato la pandemia per vendere i vaccini…
Moderna e Pfizer hanno venduto la stragrande maggioranza dei loro vaccini a nazioni ricche: il 97% la prima e l’85% la seconda. Grazie poi al vaccino sviluppato insieme a National Institutes of Health del Governo americano, la sola Moderna ha stimato profitti per 5 miliardi di dollari nel 2021.
Sicuramente qualsiasi prodotto venduto su larga scala si presta facilmente a grandi speculazioni finanziarie e anche i vaccini, nonostante l’etica forse ci suggerisca il contrario, non sono da meno. Ma possiamo veramente condannare persone ed aziende che svolgono semplicemente il loro lavoro ed interpretano un ruolo ben preciso nel mercato degli investimenti? Certamente stiamo vivendo una situazione eccezionale a causa della pandemia, è anche vero che queste grandi aziende hanno sempre tenuto lo stesso modus operandi in passato guadagnando sempre molto e probabilmente ponendosi anche meno scrupoli.
IL VACCINO PER TUTTI
Ecco quindi che 175 tra Premi Nobel ed ex capi di stato e di governo hanno inviato una lettera aperta al Presidente degli Stati Uniti Joe Biden, invitandolo a sostenere la proposta di sospensione dei diritti di proprietà intellettuale, con l’obiettivo di consentire l’accesso alle dosi in tutto il mondo e poter così fermare la pandemia. Un appello a cui si sono unite 1 milione e mezzo di persone da ogni parte del globo.
Oxfam e EMERGENCY, membri della People’s Vaccine Alliance, sono intervenute in occasione delle assemblee degli azionisti di Pfizer, Johnson & Johnson, Moderna ed AstraZeneca.
“Siamo di fronte alla più grave emergenza sanitaria della storia recente, che non può risolversi in un’opportunità di extra-profitti per pochi. Non dovremmo lasciare all’industria farmaceutica il potere di decidere chi deve vivere o morire. Tutto questo è semplicemente ingiusto e deplorevole. L’attuale disuguaglianza di acceso ai vaccini Covid, non è altro che il risultato della miope visione degli stati che hanno stipulato i contratti di fornitura con le aziende farmaceutiche, senza considerare che soltanto vaccinando anche la popolazione nei paesi in via di sviluppo e non solo nei paesi ricchi, si potrà davvero sconfiggere la pandemia”. Queste le parole di Sara Albiani, responsabile salute globale di Oxfam Italia, e Rossella Miccio, Presidente di Emergency.
Più di 100 paesi a basso e medio reddito, grazie alla spinta di paesi a metà strada tra i due mondi come India e Sud Africa, stanno chiedendo all’Organizzazione Mondiale del Commercio (OMC) una sospensione della proprietà intellettuale sui vaccini anti Covid-19 fino a quando l’emergenza pandemia non sarà superata, appello al quale si aspetta l’aggiunta della voce grossa USA come detto prima.
BIG PHARMA GUADAGNA COSI’ TANTO DAI VACCINI?
Ma effettivamente, dati alla mano quindi, quanto hanno guadagnato per ora le grandi case farmaceutiche dalla sola vendita dei vaccini contro il coronavirus? Vediamo prima gli andamenti dei mercati finanziari in correlazione al settore Big Pharma, termine con cui ci si riferisce all’intera industria farmaceutica di primo livello.
Per fare ciò abbiamo deciso di prendere in considerazione S&P500 (standard & poor 500), indice di borsa americano tra i più importanti al mondo che racchiude le 500 imprese con maggior capitalizzazione all’interno dei mercati finanziari. Quindi se le aziende costituenti Big Pharma vanno così bene il loro andamento di mercato dovrebbe, in teoria, stare al di sopra della linea di questo indice. Ed invece l’indice Big Pharma è cresciuto del solo 16,49%, mentre S&P 500 del 31,68%, e le aziende che racchiude sono attive in campi che non hanno nulla a che vedere con l’industria farmaceutica. È vero anche che le case farmaceutiche che hanno prodotto il vaccino sono molte di meno rispetto a quelle totali Big Pharma.
Prendiamo in considerazione i 5 principali produttori di vaccini COVID-19: Johnson & Johnson, Pfizer, Moderna, AstraZeneca, BioNTech. Le quotazioni di Johnson & Johnson sono salite del + 10,81%, quelle di Pfizer del +13,64%, risultati di gran lunga inferiori alla media precedente, tenendo inoltre in considerazione che stiamo parlando delle due aziende più grandi le quali si trovano anche all’interno dell’indice Standard & Poor. Analizzando il grafico troveremo, ad esempio, un picco per Pfizer a dicembre in concomitanza con la sua approvazione, seguito subito da una rapida discesa. E il trend è molto simile anche per le altre compagnie. AstraZeneca ha riportato invece un +20,68% nell’ultimo anno.
Diamo una rapida occhiata anche a Biontech e Moderna, aziende meno quotate e non presenti né in s&p500 né in Big Pharma. Queste realtà minori sono state al contrario molto più premiate dai mercati negli ultimi mesi, con un + 716,67 % per Biontech e + 967,04 % per Moderna (tesla ci ha messo 3 anni per crescere del 800%!!!). Tutte le 5 grandi aziende sopracitate hanno inoltre pubblicato risultati economici per il primo trimestre del 2021 (trimestre tra l’altro in cui si è iniziato a distribuire i vaccini a pieno regime), il che ci permette di fare ulteriori considerazioni questa volta in base agli utili prodotti. Rispetto al primo trimestre del 2020 Johnson & Johnson ha avuto un rialzo del +6,9%, Pfizer del +44,1%, ed AstraZeneca addirittura del + 100%. Mentre Moderna e BioNTech erano in negativo e grazie agli utili prodotti sono riuscite a passare in positivo.
Dando invece un’occhiata ai ricavi vediamo come nel corso del 2020 Astrazeneca abbia generato 275 milioni di dollari, quindi l’aumento dell’utile non è tutto imputabile ai vaccini, cosa che dovrebbe già far vacillare alcuni dei complotti introdotti. Johnson & Johnson da parte sua ha generato ricavi per 100 milioni di dollari, mentre Pfizer è la casa farmaceutica che ha ricavato di più in proporzione.
RICORDIAMOCI CHE…
Alcune considerazioni prima di avvicinarci alle conclusioni. Astrazeneca e Johnson & Johnson (Big Pharma) operano da anni nel settore, sono aziende grandi per non dire immense, quindi i profitti per loro sono stati più contenuti perché:
· Il mercato farmaceutico è veramente ampio, ha un valore stimato di circa 1300 miliardi di dollari, il vaccino quindi occupa sicuramente una quota minoritaria;
· AstraZeneca, Johnson & Johnson e Pfizer non hanno incentrato tutta la loro produzione sul vaccino dovendo mantenere i propri impegni anche negli altri settori del mercato.
Moderna e BioNTech sono invece reltà molto più piccole (parliamo sempre di multinazionali quindi piccole sì, ma in proporzione), operano nel settore da rispettivamente 11 e 13 anni, per non parlare poi del fatto che BioNTech non abbia mai chiuso un trimestre in utile fino ad ora. Nell’ultimo anno hanno quindi puntato tutto sul vaccino anticovid con conseguenti maggiori ricavi sul mercato azionario. Infine la tecnologia mrna usata da moderna e BioNTech sembra avere buone prospettive future che potrebbero portare ad ulteriori guadagni, AstraZeneca e Johnson & Johnson hanno utilizzato la vecchia tecnologia a vettore virale, mentre Pfizer isi è solo appoggiata a BioNTech per l’utilizzo del rmna.
Consideriamo anche il fatto che Il prezzo dei vaccini è stato calmierato. Astrazeneca vende a 1,78 € per dose. Pfizer ha utilizzato una strategia diversa, prezzo differente in base alla destinazione d’arrivo (paese ad alto reddito, prezzo maggiore). Forse questo spiega i grandi guadagni, anche se l’azienda ha sempre dichiarato di aver venduto i vaccini a prezzo scontato. Restano poi numerose dosi ancora da spedire ai paesi più poveri a prezzi bassi, nell’ambito del progetto CoVax. La produzione e distribuzione dei vaccini non è poi così semplice, ne è un esempio Astrazeneca con i ritardi negli accordi presi con la UE.
Ultimi due fattori di non poca rilevanza:
· La presenza di altre aziende che vogliono entrare nel mercato;
· La proposta, accennata ad inizio video, dell’abolizione del brevetto sul vaccino;
Che potrebbero allargare la concorrenza (e ridurre i ricavi).
Alla luce di tutto ciò possiamo quindi affermare, con certezza ed oltre ogni ragionevole dubbio, che le grandi case farmaceutiche abbiano avuto guadagni tali da confermare la tesi di un loro coinvolgimento nella nascita della pandemia?